Barbarie moderna ovvero il taglio degli zebedei (e non solo...)

Un’altra barbarie è compiuta. La mia gatta è stata appena sterilizzata! Ho detto a mia madre: che bello che ti preoccupi per i poveri cuccioli che dovranno venire, ma che ancora non esistono, e non ti dai nessuna pena per quella povera bestiola a cui hai succhiato via la linfa vitale. Hai proiettato un futuro d’amore, creando un presente di odio e dolore. Un po’ come gli antiabortisti, che danno tanta importanza al feto e poca alla madre. Ma questa è un’altra storia.
E poi a che serve preoccuparsi dei gattini quando si hanno mari e fiumi così capienti e cristian come amico, lui che sa risolvere così brillantemente il problema degli animali in esubero.

Allora uniamoci per una petizione che dia agli animali una nuova dignità. Dopo la lotta a fianco dei neri (qualcuno escluso. Non tra i neri, ma tra i lottatori), dopo le conquiste femminili a colpi di ricatti sessuali degli anni settanta, un nuovo decennio di lotte ci aspetta: sosteniamo insieme la lotta per la liberazione di ogni animale domestico.

Rompiamo gli acquari perché i pesci sono del mare, dei fiumi, dei laghi e dei tagliolini allo scoglio. Forziamo le sbarre delle gabbie perché gli uccelli devono stare rinchiusi, sì, ma tra le gambe di una bella signora.
Non montiamo i cavalli e lasciamoli liberi di galoppare senza cento chili sulla groppa, perché non vorremmo mai che un cavallo monti noi (mister henz (simo come si scrive?) escluso). E non diciamo che sono stati creati per questo, perché è come dire che le donne sono state inventate per lavare i piatti (qui sto tentennando, le mie certezze vacillano).
Non abusiamo della scusante di avere bisogno di un animale domestico per farci compagnia, perché un uccello o una gatta li possediamo tutti. E molto spesso vengono trascurati.
P.s. Nessuno mi tacci di incoerenza perché posseggo un cane e un gatto.