lunedì 16 marzo 2009

Recensione numero 9


E rieccoci! le serate a casa di Ale continuano a regalarci delle perle scintillanti, e questa è una delle migliori...

HOUSE OF BLOOD - Chain reaction, Germania 2006, di Olaf Ittenbach con Christopher Kriesa, Martina Ittenbach, Simon Newby, Wolfgang Mueller

Siamo su una strada interstatale nei dintorni di Seattle, e una serie di casualità provoca un incidente tra la macchina di un medico e un pulmino che trasporta un gruppo di detenuti alla prigione di stato. I detenuti colgono l'occasione al balzo riuscendo ad avere la meglio sui propri guardiani e, preso il medico in ostaggio per prendersi cura di uno di loro ferito, si addentrano nel bosco cercando di raggiungere il confine con il Canada. Strada facendo si imbattono in una catapecchia abitata da una piccola comunità di fanatici religiosi (con tanto di altarino e crocifisso dentro casa) ma mettere piede nella "house of blood" si rivelerà un terribile errore...
Per fare una disamina di questa pellicola, occorre iniziare dalle sue premesse. E' un film splatter tedesco girato on video con un budget praticamente inesistente, e il regista, nonostante abbia al suo attivo una decina di film dei quali questo house of blood è il primo ad arrivare in Italia, è conosciuto più che altro come tecnico degli effetti speciali prostetici, principalmente per i capolavori di Uwe Boll. E già si è detto tutto. (se non sapete chi sia questo Uwe Boll, shame on you! vi dico solo che è considerato il peggior regista del mondo)
è evidente che la principale fonte d'ispirazione di questo film è dal tramonto all'alba, e più in generale il lato più sanguigno (è proprio il caso di dirlo) della produzione tarantinian-rodrigueziana, condito con abbondanti spruzzate del Sam Raimi dei tempi d'oro. Ma il tutto, ovviamente, realizzato con una sciatteria come raramente mi è capitato di vedere. Perchè se in un paio di momenti possiamo assistere a movimenti di macchina complessi e anche interessanti (addirittura delle carrellate ad effetto) che devono aver prosciugato gran parte delle esigue risorse finanziarie in mano al regista, e se gli effetti splatter sono generalmente piuttosto buoni, il resto è abominevole. Gli attori fanno rivalutare le fiction italiane, la direzione della fotografia sembra inesistente, e per buona parte del film (tutta la prima metà, in pratica) le vicende sono costantemente sottolineate da un commento musicale orribile degno di un film porno degli anni 70, che raggiunge il suo apice con una interminabile sequenza in cui ci viene mostrata un'operazione ai testicoli, il tutto con una musichetta allegrissima totalmente fuori luogo. Sulla sceneggiatura, un delirio senza capo nè coda infarcito da dialoghi esilaranti (su tutti uno dei detenuti che si atteggia ad Hannibal Lecter dei poveri citando Oscar Wilde, Nietszche e Freud a sproposito) credo che sia il caso di stendere un velo pietoso.
Grazie a tutte queste "qualità", il film non annoia e diverte parecchio, i livelli di gore sono ottimi e abbondanti, e alcune scene da antologia provocheranno omeriche risate negli spettatori. Naturalmente raccomando la visione con la compagnia giusta...
IL GIUDIZIO DEL CRITICO *

2 commenti:

Marco Ciasco ha detto...

Si vabbè ma li prendete apposta sti film del cazzo!

Ieri sera ho visto un pezzo di un film magnifico su italia 1: la maledizione di Komodo!
Un'accozzaglia di idee prese da vari film e una puposita' dei mostri fuori dai tempi!
Sembrava un film giapponese degli anni 40!

Simo ha detto...

beh certo che li prendiamo apposta!!
comunque questo l'ha scelto l'Alice, per la cronaca...