venerdì 23 gennaio 2009

Recensione numero 8

Ritorna dopo mesi l'angolo del cinema, mesi nei quali non ho visto nessun film sufficientemente bello o sufficientemente brutto da meritarsi una recensione...

LASCIAMI ENTRARE -Låt den rätte komma in, Svezia 2008, di Thomas Alfredson con Kare Hedebrant, Lina Leandersson, Per Ragnar, Henrik Dahl, Ika Nord
Siamo nei primi anni 80, e Oskar è un dodicenne che vive nella periferia di Stoccolma con sua madre, una donna assente che non sa accorgersi del disagio del figlio. Oskar è infatti vittima del bullismo di alcuni compagni, e dato il suo carattere timido e introverso è capace solo di fantasticare sul momento in cui si vendicherà con il suo coltellino. La sua vita cambierà con l'arrivo di Eri, una coetanea che si trasferisce nello stesso condominio. Nasce una tenera amicizia, certo che la ragazza ha qualcosa di strano; esce solo di notte, è insensibile al freddo, e da quando è arrivata lei nel quartiere avvengono degli orrendi omicidi...
senza girarci intorno, dico subito che siamo di fronte a uno dei più bei film dell'anno. Premiatissimo in vari festival in giro per il mondo e osannato da tutta la critica (è praticamente impossibile trovare una recensione negativa), questa pellicola svedese girata con un budget ridottissimo e tratta da un romanzo di John Ajvide Lindqvist, qui autore della sceneggiatura, mantiene tutte le promesse.
Fondamentalmente siamo di fronte a una tragica - e tenera - storia d'amore, ma la vicenda si snoda con disinvoltura tra vari temi e generi cinematografici. Si parla di bullismo, di incomunicabilità tra le generazioni, e l'estraniante solitudine che si respira nella periferia scandinava, dove la neve è ovunque e appena il sole scende le strade diventano deserte, è la cornice perfetta per mettere in scena degli efficacissimi momenti horror. Perchè ovviamente la piccola Eri non è altro che una vampira imprigionata per sempre in un corpo asessuato di bambina, e Oskar non ci metterà molto a scoprirlo.
L'eccellente regia riesce nell'impresa di raccontare una storia ricca di sfaccettature utilizzando i dialoghi il meno possibile, facendo un lavoro visivamente egregio, autoriale quanto basta ma senza cadere nella pedanteria "da festival" o nell'eccessiva lentezza del ritmo. Ottime le sequenze horror che colpiscono sempre nel segno, dimostrazione di come conoscendo il linguaggio cinematografico sia possibile colpire il pubblico senza bisogno di costosi effetti speciali - che chiaramente abbonderanno nel remake americano che è già in cantiere, a esclusivo uso e consumo di tutte le ragazzine e gli emo che si sono esaltati con Twilight. Di ottima qualità sono anche la fotografia e le interpretazioni dei protagonisti, lei fragile ma terribilmente inquietante, lui una versione disturbata del piccolo lord.
Dunque si può fare un film che parla di vampiri adolescenti e storie d'amore, e ottenere un ottimo prodotto. E' dunque vero che con le idee e il talento si può sopperire alla mancanza di mezzi. Ci voleva questo piccolo capolavoro dal nord Europa per ricordarcelo, e speriamo di non scordarlo più.
IL GIUDIZIO DEL CRITICO ****

3 commenti:

Marco Ciasco ha detto...

Ah io l'avevo evitato perchè pensavo fosse una minchiata. Pensavo fosse un film che cavalcasse l'onda del successo di Twilight.

Mi tocca guardarlo a sto punto!

Simo ha detto...

Credo che il romanzo da cui è tratto sia precedente a quello di twilight. ad ogni modo pur non avendo visto il film di twilight mi sento di poter affermare che sono come la merda e la cioccolata.

Luca ha detto...

Mi hai incueiosito parecchio!

PS:si era capito subito, ma dovevi proprio scriverlo che Eri è una vampira?? Oppure è "ufficialmente dichiarato" ad inizio film?