giovedì 12 giugno 2008

Recensione numero 6

Non poteva mancare. Ho volutamente evitato di parlare degli aspetti tecnici del film (colonna sonora e fotografia su tutti) perchè sarebbe venuta troppo lunga, ma ci sarebbe stato da discuterne parecchio...

INDIANA JONES E IL REGNO DEL TESCHIO DI CRISTALLO - USA 2008, di Steven Spielberg con Harrison Ford, Shia LeBeuf, Cate Blanchett

premessa: è meglio di quanto pensassi. Ma è comunque ben lungi dall'essere un buon film. Il punto debole di questa ultima (speriamo) avventura di Indy non è l'età avanzata di Harrison Ford, nè la presenza del figlio Shia Lebeuf. Se vogliamo, non è neppure l'eccessiva presenza di effetti digitali o la storia che manca di mordente. Esagero; il problema non sta neppure nei personaggi, terribilmente insipidi (passabili i nemici, soprattutto per merito di Kate Blanchett bella e brava come sempre, ma pessimi i comprimari, l'amico/traditore e il vecchio fuori di senno, ingombrante fardello portato appresso per 3/4 di film). Quello che irrita tantissimo di questa pellicola è l'eccessiva political correctness che lo pervade in ogni momento. Ora, so che i tempi sono cambiati in peggio, so che si voleva fare un film "per tutti" - e la stupidità di base di un simile intento è cosa di cui si potrebbe e dovrebbe discutere a lungo - ma proviamo per un momento a pensare quali sono state le caratteristiche dei vecchi Indiana Jones che sono rimaste nel cuore di noi ex-bambini degli anni 80. Insetti e animali schifosi, teste mozzate, banchetti infarciti di pietanze disgustose, cuori strappati a mani nude e poi bruciati, battutacce. Insomma, un giocoso senso dell'orrido era la spezia che condiva degne sceneggiature e sequenze d'azione girate in modo memorabile, che infatti continuano a fare scuola. E ai bambini piaceva: ai bambini piacciono le cose un po' schifose e truculente, senza esagerare ovviamente. I vecchi film di Indy erano perfetti da questo punto di vista. Oggi invece viene davvero da chiedersi che razza di ragazzini infestino le nostre città se davvero gli viene propinato del materiale del genere, poveri piccoli automi con la maglietta di quei froci dei Tokyo Hotel e il cellulare da 500 euro mentre noi alla loro età giocavamo ad emulare il compianto Mola Ram strappandoci il cuore al grido di "Kali maaa!". Perchè se vogliamo analizzare quest'ultimo episodio della saga, dobbiamo ammettere che le scene d'azione abbondano, e sono pure belle, anche se sembrano ricalcare un po' troppo quelle dei film precedenti, come nel caso dell'inseguimento nella giungla che fa pensare a una miniera e dei carrelli. Il film poi inizia bene con un primo quarto d'ora ottimo, inverosimile quanto si vuole, ma divertente ed efficace. Man mano che i minuti passano, però, il tutto affoga sempre di più in un mare di animaletti in CG realizzati malissimo che fanno le facce buffe - e qui viene da pensare al ben diverso uso di una scimmia che era stato fatto nei predatori dell'arca perduta, facendo pure una bruttissima fine - con qualche morto pulito pulito senza una goccia di sangue, e anche la scena con le bestiacce brutte che non poteva mancare, si riduce a un po' di formiche rosse che non fanno nessuna impressione e si mangiano uno dei cattivi portandoselo nel loro buco. E pensare che una volta ai villain si scioglieva la faccia! Basti pensare ai dialoghi; l'insulto peggiore che ci si può scambiare è "figlio di buona donna". E' un peccato, perchè pur con tutti i suoi limiti, il filmetto è abbastanza godibile, i nerd come me godranno a sentire Indy che racconta cose accadute sella serie TV delle avventure del giovane Indiana Jones, e alcuni spunti sono anche interessanti, penso ai riferimenti al maccartismo, purtroppo lasciati cadere nel vuoto e rovinati dalla presenza dell'inserviente di scrubs che dovrebbe rappresentare un inflessibile agente federale; ma tutto questo viene comunque spazzato via da un finale delirante, un'orgia di effettacci al computer a servizio di un epilogo banale, stupido ed esagerato. Non parliamo poi dell'ultima scena, che rappresenta tutto ciò che non avremmo mai voluto veder fare al caro vecchio Indy. Che, per me, sta ancora cavalcando alle spalle di un vecchio amico che "conosce la strada", nel vero, unico finale di una grande trilogia.
IL GIUDIZIO DEL CRITICO **1/2

5 commenti:

Filo ha detto...

L'ho visto ieri sera e son proprio contento di non aver sprecato i miei soldi al cinema, personaggi piatti trama idealmente bella marovinata dal suo stesso svolgersi, scene davvero pessime,basti pensare al marmocchio che fa tarzan con quelle maledette scimmiacce in CG.

Simo ha detto...

per non parlare del capoccione de plastica con dentro la stagnola.

Aldo ha detto...

La mia filosofia da nerd mi porta poi a questo ragionamento:
PICCOLO SPOILER
se il padre di Indy aveva bevuto dal Santo Graal, rendendolo immortatale... come mai è trapassato??

Simo ha detto...

Il padre di indy non ha bevuto dal santo graal, gli hanno solo versato l'acqua sulla ferita se non sbaglio.

Filo ha detto...

Allora brutti ignoranti che non siete altro, il padre di Indy aveva anche bevuto dal santo graal, ma il potere della coppa era limitato ad un preciso territorio, cioè quello del sigillo impresso sul pavimento del tempio in cui il graal era conservato.